LOSTPROPHETS - MILANO 23/04/2010 martedì, 27 aprile 2010 19:03 by Lys (funinthecorner)

Non stiamo certamente parlando della celebre (?) serie televisiva, ma si può tranquillamente, anche in questo caso, parlare di leggende e miti sfatati.
Qualcuno potrebbe accusarci di poca obiettività, e forse non avrebbero tutti i torti, però quando le opinioni vengono condivise da decine e poi centinaia di fans e anche dalla band stessa, allora si può parlare di fatti.
Quindi, di comune accordo, abbiamo deciso che è decisamente arrivata l'ora anche per noi fan italiani di smontare qualche leggenda metropolitana.
La band, che per la seconda volta dopo sei lunghi anni ci ha finalmente fatto visita e, nonostante i membri abbiano dormito ben poco durante il viaggio in tourbus da Monaco, non ha risparmiato saluti e sorrisi ai fan presenti davanti all'entrata del locale e l'esibizione è stata tutt'altro che carente.

Aprendo con It's Not The End Of The World But I Can See It From Here, a mio avviso una scelta azzeccata per riscaldare un po' l'ambiente, proseguendo poi con Burn Burn,  Can’t Catch Tomorrow e Last Summer, dove il frontman Ian Watkins incita i fans a cantare assieme a lui e a quanto pare non rimane deluso e commenta con un sorriso, "Fuckin' awesome!".
Dopo For He’s A Jolly Good Felon, l'ultimo singolo uscito, è stata la volta di A Town Called Hypocrysy, per poi passare a ormai celeberrimi inni come Where We Belong e Rooftops, durante le quali era quasi impossibile distinguere la voce di Ian sotto i cori dei fans esultanti.
Dopo una veloce consultazione (dovuta all'organizzazione del concerto e agli scarsi 60 minuti in totale concessi alla band) decidono di esibirsi in Shinobi Vs. Dragon Ninja, molto apprezzata dagli amanti del primo album.
Concludono con una magnifica Everyday Combat, sostituendola a The Light That Shines Twice As Bright, per appunto scarsità di tempo a disposizione e, come abbiamo poi appreso da Lee successivamente, perché la band non voleva "rovinare" l'atmosfera surriscaldata che si era creata dopo Shinobi.

 Per quanto la band potesse essere poco convinta della scelta di fare tappa in Italia, si è dovuta ricredere dopo aver ricevuto un accoglienza calorosa: ogni singola persona conosceva le parole di ogni canzone e ha cantato dall'inizio alla fine. Sicuramente molto azzeccata la setlist, che in sostanza ha dato la precedenza ai brani più famosi ed orecchiabili per poi far spazio ai soli tre singoli provenienti dalla loro ultima fatica, The Betrayed.
Osservando la folla presente al concerto, abbiamo potuto notare che l'età media si aggirava attorno ai 20 anni, e in generale era composta per la maggioranza dai fan che seguono la band sin quasi dagli esordi.

Perfetta presenza scenica, con un Jamie scatenato che si arrampica sulla batteria di Luke Johnson, e geniali gli interventi di Ian, che non si risparmia in ammiccamenti e maliziosi inviti ad un misterioso party privato in camera sua esteso alle fanciulle presenti nella folla.